Già 300 soccorsi nei primo mesi dell’anno. Appello: non raccogliere i piccoli se non si ha la certezza che sono stati abbandonati dalla madre
Rispetto al passato, in relazione alla accresciuta sensibilità ambientale dei cittadini ed all’inurbamento di molte specie selvatiche, molti degli interventi riguardano proprio le aree fortemente urbanizzate della città e dei comuni maggiori. Manca tuttavia, spesso, una adeguata educazione dei cittadini sul corretto rapporto con tali specie e in molti casi si assiste al recupero di propria iniziativa di nidiacei nel periodo di primo volo (che dovrebbero invece essere lasciati alle cure dei genitori e non raccolti) o di piccoli di ungulati (soprattutto caprioli e leprotti), erroneamente creduti abbandonati dalle madri. Si raccomanda in questi casi di evitare per quanto possibile di raccogliere gli animali, che dopo sarebbero altrimenti condannati ad un periodo più o meno lungo di cattività, e di lasciare per quanto possibile lo svolgersi del corso naturale delle fasi riproduttive.
Nel caso di incertezza, prima di raccoglierli è sempre bene fruire delle informazioni e suggerimenti dati dalla Centrale Operativa della Polizia Provinciale (telefonando al numero 055 2760901)
Tra le diverse attività esercitate sinora dalla Polizia Provinciale, in materia di ambiente e gestione faunistica e venatoria, quella relativa alla salvaguardia della fauna in difficoltà ed al recupero e gestione delle situazioni di rischio ha acquisito un’importanza sempre maggiore. L’attività di recupero, specificatamente normata dalla L.R. 3/94, comporta per la Polizia Provinciale di Firenze la ricezione delle segnalazioni di soccorso faunistico pervenute alla centrale operativa da parte di cittadini, enti e istituzioni, l’avvio delle azioni dirette di soccorso/intervento, la consegna al personale veterinario convenzionato dei soggetti bisognosi di cure e la loro liberazione una volta ristabiliti fisicamente.