Palazzo Medici Riccardi è una tappa obbligata per chi visita Firenze e dal 2019 nella già ricca offerta museale si inserisce il Percorso Archeologico.
Oltre alla Cappella dei Magi, superbamente affrescata nel 1459 dal pittore Benozzo Gozzoli a lume di candela – uno dei capolavori artistici della città nella sua sede originale – e agli altri ambienti e opere del Palazzo Medici Riccardi, un ulteriore recente spazio museale, che forse non tutti ancora conoscono, è fruibile al suo interno, ossia il Percorso Archeologico, con ingresso dal Cortile dei Muli.
Le operazioni di scavo effettuate nel palazzo consentono una lettura e una ricostruzione storica dell’edificio suddivisa in sette epoche, risalendo indietro nel tempo fino a 2000 anni fa.
Gli archeologi e le maestranze hanno lavorato su vari livelli, dai più recenti a quelli sempre più antichi, ritrovando importanti reperti come la bellissima ligula di epoca romana (I-II sec. d.C.), sagomata in forma di cucchiaino o spatolina che aveva probabilmente un uso cosmetico, uno dei pezzi più antichi in esposizione. Da notare anche i due contagocce coevi con il forellino centrale per le applicazioni.
Lo scavo dei riporti di terreno all’interno dell’alveo fluviale ha restituito molti di questi reperti di epoca romana, tra cui vasellame da cucina e mensa, anfore per il trasporto dei prodotti alimentari, oggetti di vetro, strumenti di bronzo per impiego chirurgico e cosmetico, lucerne per illuminazione.
E’ stata ritrovata anche una antica sepoltura del V-VII sec. d.C. di cui si conservano parte degli arti inferiori di un corpo umano, esposti nel percorso nel punto esatto del rinvenimento.
Nel palazzo del patriarca Cosimo Il Vecchio, la cui costruzione iniziò nel 1445 e che rimase di proprietà dei Medici fino al 1659, quando fu venduto alla famiglia Riccardi, fondato su imponenti conglomerati realizzati in trincee profonde sei metri rispetto all’attuale piano stradale di Via Cavour, si evidenziano due pozzi da acqua, realizzati con paramenti a lastre di pietra disposte in verticale. Inoltre l’indagine ha individuato sei livelli pavimentali, tra cui il terzo livello è da riferire alla stalla “Magnifica“, risalente agli anni 1450/1470, così definita in onore di Lorenzo Il Magnifico – nipote di Cosimo il Vecchio – che visse anche lui nel palazzo.
Si è inoltre voluto evidenziare una imponente struttura muraria che serviva come base di appoggio delle fondazioni del palazzo, così come riportato dal Cavalcanti, testimone oculare, nel suo trattato del 1400: “Et di poi, quando si fondò il palazzo bello di Cosimo, nel cupo de’ suoi fondamenti vi si trovò grossissime mura.”
La famiglia Riccardi fece eseguire in sessant’anni numerosi interventi di ristrutturazione e ampliamento, ad esempio nei vani interrati fu realizzata la nuova rampa d’accesso alle cantine, più ampia e lineare rispetto alla preesistente rampa medicea.
Nel 1814 il palazzo passò ai Lorena e fu utilizzato come sede di uffici amministrativi. Durante Firenze Capitale d’Italia tra il 1865 e il 1871 fu sede del Ministero degli Interni; nel 1874 fu acquistato dalla Provincia di Firenze e ospitò anche il quartiere del Prefetto, la Questura e l’Ufficio Telegrafico.
Nel 1875 furono realizzati tre caloriferi per aria calda di cui l’indagine archeologica ha portato alla luce i resti del fornello e dei condotti che incanalvano l’aria fredda che risaliva poi riscaldata ai piani superiori per mezzo di canalizzazioni verticali incassate nelle murature e terminanti con bocche tuttora visibili.
Arrivando all’epoca contemporanea al termine della Seconda Guerra Mondiale nel palazzo si insediò il Comitato Toscano di Liberazione Nazionale. Dalle macerie provengono frammenti di targhe lapidee del Ventennio fascista, nonché frammenti di un busto di marmo di Vittorio Emanuele III.
E’ visibile inoltre la vecchia apparecchiatura elettrica risalente agli anni ’60, una centralina del vecchio sistema tramviario di Firenze.
All’interno della mostra una postazione multimediale intuitiva consente al visitatore di ricercare tutti i singoli ritrovamenti o per periodo storico o per ambiente, dunque è possibile avere informazioni dettagliate su tutto il processo di scavo.