La nuova riforma del Codice degli appalti al centro di un convegno in Palazzo Medici Riccardi, martedì 5 dicembre, al quale hanno preso parte il vice ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Riccardo Nencini e il presidente dell’Anac – Autorità nazionale anticorruzione Raffaele Cantone. Il consigliere delegato Giampiero Mongatti ha portato il saluto della Città Metropolitana di Firenze. Secondo Cantone “si sta cominciando… la campagna elettorale sul codice degli appalti: anche con qualche slogan che, devo dire, lascia a dir poco perplessi. Chi sta puntando nella logica sfascista a far fallire questo codice – ha aggiunto – non fa altro che alimentare la solita istanza populista di un sistema che non funziona, per riprendere riforme che, abbiamo visto, da sole non sono in grado assolutamente di cambiare il Paese”. “Quando sento qualcuno che comincia dicendo ‘sospendiamo il codice degli appalti’, vorrei capire sospendiamo il codice degli appalti per fare cosa. E’ assolutamente indispensabile una riflessione pacata, che evidenzi anche i problemi che ci sono su questo codice: perché – ha concluso Cantone- io credo che questo strumento vada difeso, ma vada difeso con intelligenza, e vada difeso anche evidenziando quali sono i problemi che nell’applicazione pratica si sono verificati, provando a lasciare al prossimo Parlamento e governo un incarico che sara’ fondamentale, quello di operare eventuali altre revisioni”.
“Mancano alcune linee guida, mancano alcuni decreti, l’impegno del ministero Infrastrutture e Trasporti è di chiuderli entro gennaio, massimo febbraio”, ha annunciato Riccardo Nencini: “Chiuderemo linee guida e decreti attuativi – ha proseguito – in modo particolare quelli che riguardano il dibattito pubblico, quelli che riguardano le stazioni appaltanti, che sono precipitate di numero come è giusto che sia: erano più di 40mila, ora verranno ridotte a 5.000”. Le gare d’appalto sono aumentate del 12%, ma “serve una mentalità che approcci un codice completamente nuovo dentro la pubblica amministrazione”, dove “c’è un guardare alle innovazioni, in genere, con sospetto, talvolta con nostalgia”.
Foto di Antonello Serino (Ufficio Stampa – Redazione di Met)
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