L’artista austriaco, nato nel 1929, espone per la prima volta a Firenze e le sue opere sono visibili fino al 5 marzo 2022, in quanto la mostra è stata prorogata per il grande successo di pubblico e di critica.
“Colori nelle mani” si intitola questa esposizione, difatti si possono ammirare tra le altre le opere degli anni ‘80 realizzate con le dita, ossia il colore viene preso direttamente nelle mani e passato con forza sulla superficie, lasciandovi anche dei grumi. In ginocchio, il pittore lavora da una superficie all’altra, afferrando i colori ad olio, senza guanti protettivi. Sono lavori i cui momenti germinali erano apparsi alla Biennale di Venezia del 1978. Il colore e la sua firma in alcuni dipinti scivolano sulla cornice metallica.
I segni gestuali potenti di queste opere lasciano spazio in quelle degli anni ‘90 a visioni coloristiche con dinamiche legate alla materia, con colori come veli o invece come dense coltri. In questo momento successivo della sua carriera aumenta l’intensità pittorica fino a includere una grande croce nera del 1998, “Ohne Titel” (visibile in un locale esterno ma vicino alla galleria, su richiesta si viene accompagnati in questo spazio).
Completano la mostra quattro celebri lavori appartenenti alla serie “Face Farces”, realizzati nei primi anni ‘70.
Durante i suoi primi anni di carriera l’artista fu influenzato dal Surrealismo, evolvendo successivamente verso la distruzione delle forme, con annerimenti e mascherature. Era molto vicino all’Azionismo viennese caratterizzato da “body art” e pittura sotto l’effetto di droghe, inoltre dipinse a lungo il tema vita-morte concentrandosi su Hiroshima e le conseguenze politiche e fisiche dovute alla devastazione nucleare.
Le sue opere sono esposte nei più importanti musei del mondo come il MOMA e il Guggenheim Museum di New York, città che gli ha dedicato un museo nel 1993, l’Arnulf Rainer Museum, ed anche la sua città natale Baden ha aperto un museo a lui dedicato.