Prosegue il viaggio lungo ‘Le Vie di Dante’, con la troupe di Florence Tv nelle Valli del Rabbi e del Tramazzo
sulla ‘La linea dantesca sulla Faentina’
ne ‘La Valdisieve e il Valdarno’
ne le ‘Valli del Montone e del Bidente’
https://youtu.be/ffhnH6SVWZA).
La ferrovia Faentina sempre più linea di Dante. Nell’anno dedicato all’Alighieri anche la linea inaugurata nel 1893 sarà protagonista sulle vie di Dante. Ministero, Regioni ed enti locali stanno lavorando per degli eventi ad hoc, ma l’obiettivo è anche quello di avere più collegamenti diretti da Firenze a Ravenna senza dover cambiare treno a Faenza. Senza dimenticare il progetto del treno a idrogeno che da Firenze arriverà fino a Ravenna passando per il Mugello e Faenza. L’annuncio era stato dato da Dario Nardella, sindaco della Città metropolitana di Firenze, ente capofila del progetto “Le Vie di Dante” che vede coinvolti 35 Comuni tra Toscana e Romagna. Un treno che percorrerà la linea Faentina e che sarà il primo ad idrogeno sul suolo italiano.
Questa linea ferroviaria tocca molti dei luoghi danteschi per eccellenza a cominciare da Firenze, dove nacque l’Alighieri, per poi passare da Fiesole-Caldine e salire verso Vaglia, il primo comune mugellano che si incontra provenendo dall’hinterland fiorentino. Il treno, passando da San Piero a Sieve nel comune di Scarperia San Piero, viaggia sulla linea di Dante verso Borgo San Lorenzo, uno dei centri più importanti del Mugello, dove trova paesaggi mozzafiato con una natura ancora intatta ed un panorama artistico ed architettonico molto suggestivo. Da Borgo si procede verso Ronta per poi entrare nel comune di Marradi e fermarsi nella stazione di Crespino del Lamone, il cosiddetto paese dell’“acqua bòna” e delle fontane. Il percorso prosegue nel capoluogo del comune, Marradi, un caratteristico paese appenninico bagnato dal fiume Lamone e che dette i natali al poeta Dino Campana, che nelle sue opere guardò molto al Trecento dantesco.
È tempo, però, di sconfinare nella zona romagnola dell’Appenino ed arrivare a Brisighella, uno dei borghi medievali più belli d’Italia. Pochi chilometri più verso il mare c’è Faenza, una città d’arte molto famosa per le sue ceramiche. Ed è la cittadina da cui, naturalmente, prende il nome la linea ferroviaria Faentina.
Un assaggio del viaggio sulla linea di Dante si è avuto nel corso del 2020 con la mostra fotografica “Il viaggio di Dante. La linea della poesia”, allestita nel Salone delle Bandiere della residenza comunale di Faenza. Un progetto di Giampiero Corelli e Domenico De Martino legato alle celebrazioni di Dante 2021. Questo percorso fotografico ha raccontato con la forza della fotografia quello che è il viaggio sulle vie di Dante attraverso scatti delle città di Firenze, Faenza e Ravenna e di suggestivi paesaggi e panorami collinari delle zone di Brisighella e di Marradi e non solo. Tutto ciò si ritrova lungo il percorso sulla linea di Dante che, dopo Russi, come ultima tappa vede Ravenna, città dove Dante riposa per l’eternità. (mg)
Nella valle del Rabbi. Il fiume Rapidus, come lo chiamavano gli antichi Romani, noto anche col nome di Acquaviva, nasce in Toscana, sul monte Falco, nel comune di San Godenzo, ma scorre principalmente in Romagna. Poco prima di arrivare a Premilcuore riceve il suo affluente più importante, il torrente Fiumicello.
Il Rabbi è molto conosciuto per le sue cascate di notevole importanza paesaggistica e naturalistica. Una delle più belle e suggestive ha creato la “Grotta Urlante” a Giumella, un vero e proprio paradiso dove gli unici rumori sono dati dallo scrosciare dell’acqua che si getta prorompente tra le rupi. Sempre in località Giumella, questo fiume passa sotto un interessante ponte in sasso, il ponte nuovo. Non è l’unico ponte di pregevole fattura: risalendo il fiume è sicuramente da menzionare il ponte del Gorgolaio, accessibile grazie a un itinerario naturalistico. Dopo aver incontrato San Zeno e Predappio, il fiume Rabbi sfocia nel Montone nei pressi di Forlì.
Non molto lontano dalla valle del Rabbi c’è la valle del Tramazzo che nasce dall’Alpe di San Benedetto, nei pressi del Colle Tramazzo. All’altezza di Modigliana si unisce ad altri due torrenti e forma il fiume Marzeno il quale, nei pressi di Faenza, confluisce nel Lamone. Oltre a Modigliana, l’altro centro principale che si incontra nella valle del Tramazzo è Tredozio, una zona turistica posta a 334 metri sul livello del mare. Sono zone molto intense dal punto di vista naturalistico. Risalendo il torrente si incontra un ponte e, proseguendo verso monte, la strada comincia a divenire più stretta ed impervia. Il colore ricorrente è il verde e la vallata è piena di boschetti di latifoglie miste che danno ad un paesaggio mozzafiato un senso di pace ed un tocco particolare capaci di far sobbalzare i cuori degli amanti della natura. (mg)
Valdisieve e Valdarno. “Le Vie di Dante” ripercorrono le orme di Dante Alighieri, non solo nel suo peregrinare da esule tra Toscana e Romagna, ma anche in quei luoghi che lo videro crescere e formarsi come uomo. In occasione delle celebrazioni dei 700 anni della morte del Sommo Poeta questo progetto interregionale che vede coinvolti 35 comuni con capofila la Città metropolitana di Firenze ci porta non lontano dal capoluogo, alle pendici dell’appennino, vicino alla confluenza di due fiumi che hanno segnato la storia del territorio: la Sieve e l’Arno.
Pontassieve vede i suoi albori nel medioevo, quando la Repubblica Fiorentina ebbe l’esigenza di controllare la strada che collegava la Romagna al Casentino, alla confluenza tra la Sieve e l’Arno. Un Comune oggi ricco di bellezze naturalistiche, di boschi, sentieri e angoli nascosti che il progetto de “Le vie di Dante” vuole far conoscere anche ai meno attenti.
Ma la storia permea la zona di Pontassieve, ricca di bellezze architettoniche che si mescolano a quelle paesaggistiche, creando un mix che spesso lascia stupiti i turisti che per la prima volta arrivano in quella che da sempre è una terra di passaggio per i viaggiatori.
Percorrendo controcorrente il corso dell’Arno si arriva a Rignano, che come Pontassieve si sviluppa in epoca medievale per poi crescere intorno alla costruzione di un altro ponte mediceo sul fiume. Non a caso il nome originale è proprio quello di Ponte a Rignano.
Come tutti i comuni di questo territorio anche Rignano mescola bellezze naturalistiche ad attrazioni storico culturali.
Abbandonando le sponde dell’Arno ci si addentra nel territorio comunale di Reggello, il cui abitato nasce come luogo di mercato tra la via del Casentino e la via Cassia, ma che soltanto nel 1773 diventa ufficialmente comunità grazie ad un decreto del Granduca Leopoldo II.
(mi pare di capire dall’audio che stia leggendo, quindi copriamola il più possibile con le immagini, anche dei monumenti che hai filmato)
Reggello può quindi vantare uno dei luoghi naturalistici più affascinanti non solo della Città Metropolitana di Firenze, ma di tutta la Toscana: la riserva naturale biogenetica di Vallombrosa.
La foresta occupa una superficie di quasi 1300 ettari, qui convivono più di 3000 esemplari di oltre 1000 entità botaniche appartenenti a 85 generi. La sua storia si intreccia con quella dei monaci benedettini vallombrosiani, la cui congregazione fu fondata nel 1036 da San Giovanni Gualberto. Ventidue anni dopo, nel 1058, vide la luce un piccolo monastero nel corso dei secoli trasformato in una delle abbazie più imponenti dell’area fiorentina.
Nel 1869 l’Abbazia divenne sede del Regio Istituto Forestale, la prima scuola forestale italiana. Nella riserva si trovano gli Arboreti Sperimentali, una collezione di specie autoctone e esotiche costituita da migliaia di esemplari provenienti dai 5 continenti. Oggi sono gestiti dal Reparto Carabinieri Biodiversità di Vallombrosa e vengono effettuate attività didattiche e visite guidate.
Nel 1921 lo scultore Hendrik Christian Andersen realizzò una medaglia in cemento armato, dedicata a Dante e Beatrice, collocata nel chiostro della chiesa dell’Abbazia. A memoria di come il Sommo Poeta possa aver trovato rifugio in questi boschi ai confini con il Casentini nei primi anni del suo esilio. (ng)
Nelle Valli del Montone e del Bidente. Tra i principali corsi d’acqua che si incontrano lungo le vie di Dante, ci sono due fiumi che sono strettamente collegati, il Montone ed il Bidente-Ronco. Entrambi nascono sull’appennino tosco-romagnolo e confluiscono l’uno nell’altro all’altezza di Ravenna.
Il Montone nasce nel comune di San Godenzo, nel territorio della Città Metropolitana di Firenze, nei pressi dell’Alpe di San Benedetto. e scorre verso la Romagna Toscana, nella Provincia di Forlì-Cesena. Dante descrive il fiume nel celebre XVI canto dell’Inferno, dove racconta della cascata dell’Acquacheta, il torrente che unendosi al Troncalosso forma appunto il Montone.
“Come quel fiume c’ha proprio cammino
prima dal Monte Viso ’nver’ levante,
da la sinistra costa d’Apennino,
che si chiama Acquacheta suso, avante
che si divalli giù nel basso letto,
e a Forlì di quel nome è vacante,
rimbomba là sovra San Benedetto
de l’Alpe per cadere ad una scesa
ove dovea per mille esser recetto;”
(Canto XVI, Inferno, 94-102)
Il corso d’acqua bagna il comune di Portico-San Benedetto, passando al di sotto del suggestivo Ponte della Maestà. Da Portico prosegue il suo viaggio verso il mare toccando il comune di Dovadola, dove è sovrastato dalla meravigliosa Rocca dei Conti Guidi. Una fortezza imponente, costruita per controllare il passaggio dalla Toscana alla Romagna e che da anni sta aspettando di vedere completati i lavori di restauro che la riporterebbero all’antico splendore. Da Dovadola si arriva in pianura, verso l’ultimo degli antichi possedimenti fiorentini in Romagna. Il Montone scorre sotto gli occhi attenti dell’altra grande Rocca del territorio, quella di Catrocaro e costeggia la città-fortezza di Terra del Sole, voluta dal Granduca di Toscana Cosimo I de Medici. Il fiume segna il confine tra le province di Forlì e Ravenna, arrivando ad unirsi al Bidente-Ronco e formando i Fiumi Uniti che sfociano nell’Adriatico.
Il Bidente rappresenta la maggior fonte di approvvigionamento idrico per la Romagna e la sua costa. A Ridracoli si trova un bacino artificiale che serve 48 comuni del territorio.
Il fiume nasce sull’appennino per poi dirigersi a valle dove incontra il borgo di Santa Sofia. Nell’abitato che rappresentava la terra di confine tra il Granducato di Toscana e lo Stato Pontificio, il Bidente è il grande protagonista. Sulle sue sponde trovano oggi spazio numerosissime attività e trova collazione il Parco fluviale con le sculture moderne di vari artisti tra cui Arnaldo Pomodoro e i coniugi Poirer. Il corso d’acqua scivola poi verso Forlì, dove presso l’omonimo quartiere assume il nome di Ronco per poi dirigersi verso Ravenna e confluire nel Montone. (ng)