Dal 20 ottobre 2022 al 26 marzo 2023 al Museo degli Innocenti si svolge la grande mostra dedicata al geniale artista olandese Maurits Cornelis Escher ed è il primo grande evento espositivo all’interno del complesso monumentale progettato da Filippo Brunelleschi.
L’Istituto degli Innocenti da sei secoli si occupa di accogliere, educare e far crescere i bambini e tutt’oggi lavora in questo settore, riflettendo sul tema dell’accoglienza in tutte le sue declinazioni, dunque promuovendo proposte culturali del Museo e della Bottega dei Ragazzi.
La mostra attuale di Maurits Cornelis Escher si presta particolarmente alla didattizzazione ma anche e soprattutto al gioco, il grande artista infatti, che è uno dei più amati e conosciuti a livello globale (quante volte abbiamo visto le sue “bucce”!!), conduce l’osservatore in un mondo onirico ma determinato da regole matematiche e geometriche.
L’artista nasce nel 1898 in Olanda dove muore nel 1972. Nel 1922 visitò per la prima volta l’Italia, che ebbe grande influenza nella sua vita e nella sua opera, qui visse molti anni e si è anche sposato in Toscana, a Viareggio. Una delle sezioni della mostra è proprio dedicata all’Italia e alla Toscana, dove lo studio dei paesaggi e della natura rigogliosa porta Escher a concentrarsi sulle strutture geometriche alla base di panorami ed elementi della natura. A Roma ebbe modo di confrontarsi con diversi movimenti artistici dei primi del Novecento. Fu molto probabilmente attraverso il suo amico e artista grafico di origine svizzera Joseph Haas Triverio, le cui opere erano esposte nelle mostre dei Sindacati Regionali Fascisti, che ebbe modo di vedere l’opera di Balla, il cui gusto per le suddivisioni geometriche può aver contribuito a rafforzarne questa impostazione. Iniziò a studiare i metodi per tassellare il piano già durante il periodo romano, sperimentando con tasselli di figure animate e realizzando diversi arazzi colorati.
Un’altra connessione con il linguaggio futurista si rinviene nel modo in cui ad Escher piaceva usare la prospettiva, con soggetti ritratti dall’alto secondo lo stile futurista, codificato nel Manifesto dell’aeropittura e redatto nel 1929 da esponenti del movimento tra cui Marinetti, Balla, Depero, Dottori. Il viaggio all’Alhambra nel 1936 e lo studio delle tassellature moresche che ne decoravano le pareti determinò il suo linguaggio artistico successivo e da quel momento la sua opera fu caratterizzata dal riempimento regolare del piano, usando sistematicamente le tassellature come base per le sue opere.
Escher era un grafico e usava quasi esclusivamente sei diverse tecniche di incisione: su linoleum, le xilografie, le xilografie di testa, le acqueforti, le mezzetinte e le litografie. L’artista usò solo poche pietre litografiche. Una volta terminato il lavoro puliva spesso la pietra e rimuoveva tutti i residui per farne “tabula rasa” per un nuovo lavoro. Nemmeno le ultime dieci pietre litografiche possono essere riusate per la stampa, infatti insieme alle matrici in legno, le lastre a mezzatinta e le matrici di linoleum sono state quasi tutte “invalidate” dopo la morte di Escher, secondo le sue disposizioni.
La mostra antologica attuale presenta circa duecento opere suddivise in otto sezioni: Gli inizi, Italia, Tassellature, Metamorfosi, Struttura dello spazio, Paradossi geometrici, Lavori su commissione, Eschermania. Vengono proposti i lavori più rappresentativi come “Mano con sfera riflettente”, “Vincolo d’unione” e la serie degli “Emblemata”, creazioni che appartengono all’immaginario comune riferibile all’artista. La parte interattiva dell’esposizione è davvero coinvolgente e divertente, ci si può ritrovare infatti all’interno della sfera di Escher o catapultati dentro un’altra sua opera con effetto di grafica ricorsiva solo facendosi dei semplici selfie.
Photo credits:
Maurits Cornelis Escher
Buccia, 1955
Xilografia e xilografia di testa, 34,5×23,5
Collezione Maurits, Bolzano
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