Il Piano strategico metropolitano di Firenze e il risultato conseguito nel Bando periferie dimostrano le potenzialità della Città Metropolitana, come anche la costituzione del Consiglio delle grandi aziende, volto a creare una partnership che renda forte e attrattiva l’area fiorentina, grazie alla collaborazione dei privati e delle istituzioni che operano nel territorio. Il Sindaco metropolitano Dario Nardella ne ha parlato mercoledì I marzo in un incontro, nel pomeriggio, sul futuro per le Città Metropolitane, nella Sala Luca Giordano di Palazzo Medici Riccardi, durante un confronto su un modello vincente, Lione, promosso da Promo P.A. Fondazione.
La Metropoli di Lione è stata scelta quale caso di studio perché interessante sotto il profilo della governance di sistema e come possibile punto di riferimento e di ispirazione per declinare un modello attuativo concreto, applicabile alla Città Metropolitana di Firenze e alle altre Città Metropolitane italiane quale nuovo baricentro per la semplificazione e l’innovazione del sistema pubblico italiano.
La Città Metropolitana di Lione ha dimensioni confrontabili con le Città Metropolitane italiane di dimensione medie e, a seguito della recente legge sulla modernizzazione dell’azione pubblica e l’affermazione delle aree metropolitane (cosiddetta Legge Maptam del 23 gennaio 2014), ha acquisito, a partire da gennaio 2015, lo status di Métropole. Pur non corrispondendo pienamente alle funzioni fondamentali e al modello definito con la Legge n. 56/2014 alle nuove aree metropolitane italiane, la Métropole di Lione è un caso assai interessante sotto il profilo della governance di sistema e può costituire un importante punto di riferimento per declinare concretamente un modello attuativo, applicabile alla Città Metropolitana di Firenze e alle altre Città Metropolitane italiane.
Il caso di Lione è interessante in particolare perché dimostra con chiara evidenza che la governance delle aree metropolitane non può che essere una “governance partenariale” dove i soggetti pubblici e privati investono in modo continuativo su alcuni obiettivi condivisi ritenuti prioritari e su una visione comune del futuro delle Città.
Come sta diventando sempre più chiaro a livello europeo, dalle grandi aree urbane passa la possibilità per l’Europa di uscire definitivamente dalla crisi degli ultimi anni e avviare un percorso di rilancio basato sull’innovazione, la sostenibilità e le competenze.
Il nostro Paese non può perdere questa occasione: le Città Metropolitane nate con la Legge Delrio, ha osservato Nardella, devono configurarsi come enti più leggeri e meno costosi e devono riuscire a delegare competenze di amministrazione attiva per puntare su pianificazione strategica, urbanistica, promozione economica, infrastrutture, attrazione internazionale di investimenti.
E’ urgente creare una vera e propria agenda metropolitana italiana, che indichi la Città Metropolitana come la cornice più adatta nella quale far confluire la programmazione degli investimenti strutturali in settori nei quali si gioca il rilancio dell’Italia. Tale agenda deve fondarsi su nuovi sistemi di alleanza e nuovi meccanismi concertativi con le regioni i Comuni, le imprese e i cittadini. La Metrocittà di Firenze si muove in questa direzione.
Nel suo intervento Vincenzo Del Regno, Segretario Generale del Comune e della Città Metropolitana di Firenze, ha incicata come necessaria una “manutenzione straordinaria” della legge Delrio. C’è un problema di ridefinizione dei confini, non è possibile la sovrapposizione coi confini delle ex province. E’ improponibile un modello unico per tutte Città metropolitane, ci sono realtà diverse in regioni con leggi diverse. La pianificazione strategica deve vedere rinuncia dei Comuni a parte della loro sovranità urbanistica. E infine su Lione: il modello funziona perché tutte le componenti fanno sistema; anche i Sindaci devono impegnarsi di più, essere consapevoli del loro ruolo di soggetti attivi.