Giorno del Ricordo: scoperta la targa commemorativa in Sant’Orsola “Per non dimenticare”

rappresentanti delle istituzioni con gonfalone comune firenze davanti alla targa coperta da drappo

Lunedì 10 febbraio, alla presenza del consigliere della Metrocittà Carlo Boni con delega alla Memoria – Galleria Fotografica

rappresentanti delle istituzioni con gonfalone comune firenze davanti alla targa coperta da drappo

Si è svolta lunedì 10 febbraio 2025 la cerimonia di scoprimento della targa commemorativa nel complesso di Sant’Orsola, di proprietà della Città Metropolitana di Firenze, che ricorderà i 580 profughi istriani che lì trovarono accoglienza dopo l’esodo che si verificò a partire dalla fine della seconda guerra mondiale e negli anni successivi.

Presenti alla commemorazione del Giorno del Ricordo istituito per conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale, il consigliere della Metrocittà con delega alla Memoria Carlo Boni, l’Assessora Caterina Biti del Comune di Firenze, Daniela Velli Presidente del Comitato ANVGD Firenze e Mirco Rufilli Presidente del Quartiere 1.

Il racconto della cerimonia attraverso le voci dei partecipanti.
Così l’intervento del Consigliere della Metrocittà con delega alla Memoria Carlo Boni: “Porto il saluto della Città Metropolitana in questo giorno e in questa iniziativa che ci riportano a quel periodo storico che tanto ha segnato il nostro continente e le nostre popolazioni. Credo che il giorno del ricordo, istituito con legge nazionale, così come altri momenti di memoria servano soprattutto a questo, a ricordare la sofferenza e la barbarie che le guerre producono.

Il confine orientale da questo punto di vista credo sia stato uno dei più toccati e oggi accogliamo con grande gioia la volontà delle città di Gorizia e Nova Gorica di divenire insieme prima capitale transfrontaliera della Cultura Europea. Le parole di Mattarella danno speranza e fiducia e ci dicono che la riappacificazione e la convivenza sono possibili e contrastano quel sentimento di odio e il rinnovato nazionalismo che sta dietro anche al vile sfregio di Bassovizza.

No border less è il motto delle due città, che sta a significare viaggiamo uniti nella nostra cara e amata Europa, nata dalle macerie della guerra per fare in modo che quello che era successo non riaccadesse più. Oggi qui l’amministrazione comunale ha voluto apporre questa targa che ci parla di memoria, che richiama un momento storico tragico un esodo forzato, quello giuliano dalmata, ma ci ricorda anche come questa città ha saputo accogliere. Ci ricorda come Firenze dal dopoguerra in poi grazie alla propria storia culturale e alle proprie risorse umane, alle amministrazioni è riuscita a diventare un cantiere sociale, quel cantiere che con il Sindaco La Pira la fa diventare definitivamente città di pace e di accoglienza.

Oggi il ricordo oltre a commemorare le innocenti vittime civili, le fatiche e le difficoltà degli esodati, ci serve anche a questo a riaccendere la speranza qui in questa città: Firenze, e con lei tutti i comuni metropolitani, può e deve essere ancora una volta protagonista nella costruzione della pace e nel porgere mano a chi ha bisogno di aiuto. Credo che oggi a Sant’Orsola lo ribadiamo con forza”.

Assessora Caterina Biti del Comune di Firenze: “Noi dobbiamo impegnarci perché quegli eventi ci insegnino e non ci portino di nuovo sulla cattiva strada, come alcune persone che vogliono infangare quella memoria, rinnegare quello che è stato, raccontare una storia diversa da quello che è avvenuto: dobbiamo sempre tenere alta l’attenzione e impegnarci perché il giorno di ricordo renda memoria a tutte le persone o uccise barbaramente o che sono dovute scappare da quei territori, affinché trovino il ricordo che meritano.”

La curatrice del futuro museo sant’Orsola Morgane Lacquet Laforgue ha affermato: “Il museo nasce attorno ad un luogo legato alla storia di Firenze e non solo, con la missione di preservarne e valorizzarne la memoria. Il museo sant’Orsola sarà uno dei luoghi del ricordo e parteciperà alla trasmissione della memoria di quel periodo in cui è stato per decenni un centro di accoglienza dei profughi. Insieme all’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia stiamo formulando una convenzione di partenariato”

Commossa nel ricordo Daniela Velli, presidente dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia per il comitato provinciale di Firenze e consigliera nazionale, che racconta: “Questa iniziativa è molto importante, attendevamo questo momento da molti anni.
La targa era stata approvata dal 2019 e poi nel 2023, durante la prolusione in Palazzo Vecchio, chiesi che questa targa fosse affissa definitivamente in Sant’Orsola in memoria degli esuli che transitarono da questo ex convento diventato centro di raccolta profughi dal 1945 al 1955 e che ospitò 580 esuli che portarono qui le loro famiglie divisi con pareti di cartone, di coperte e qui in poco spazio vissero, uno spazio della loro vita per ricostruirla dopo l’esodo.
È stata una battaglia difficile, la legge del 2004 se pur tardiva ha finalmente riconosciuto questa storia. Però c’è un prima, un dopo e un adesso e adesso è un momento importante perché finalmente l’opinione pubblica è a conoscenza di questa storia, lo vediamo dai media.

Non è il caso di rivendicare nulla, questo è un momento per andare avanti, abbattere quei muri che purtroppo sono stati costruiti dall’ideologia, dalla strumentalizzazione politica di questa vicenda storica.

Abbattere il muro del silenzio e costruire ponti è la cosa importante, per far conoscere e diffondere la nostra storia dell’esodo, delle foibe e della più complessa vicenda della frontiera adriatica e costruire ponti anche con quella civiltà che è rimasta oltre confine ovvero con la comunità italiana al di là del confine. L’adesso di oggi è l’esperienza di Nova Gorica e Gorizia – Capitale europea della cultura 2025 e che questa possa rappresentare un inizio per una riconciliazione”.

Galleria Fotografica di Antonello Serino – Met Ufficio Stampa su:
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