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Presentato questa mattina a Palazzo Medici Riccardi il nuovo triennio di “Metro Gebu Dicu” sostenuto nell’ambito della legge regionale 16/2009 – Galleria Fotografica
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Consigliera Michela Monaco (foto Antonello Serino – Met Ufficio Stampa)
Dall’elaborazione delle linee guida per la redazione dei bilanci di genere delle pubbliche amministrazioni comunali, alla realizzazione del Piano strategico di genere della Città Metropolitana di Firenze. Dalla mappatura delle disuguaglianze, ai laboratori nelle scuole per promuovere la cultura delle pari opportunità coinvolgendo ragazze e ragazzi, genitori, docenti.
Al via la seconda edizione di “Metro Gebu Dicu”, progetto triennale della Città Metropolitana di Firenze finanziato dalla Regione Toscana nell’ambito del rifinanziamento, attraverso i fondi Fse+ 2021-2027, della sua legge sulla cittadinanza di genere (l.r. 16/2009).
Il progetto – il suo nome per esteso è Città METROpolitana di Firenze GEnder BUdgeting e DIffusione della CUltura di Genere – è stato presentato stamani nel corso di una conferenza stampa in Palazzo Medici Riccardi a Firenze dall’assessora regionale all’Istruzione e alle pari opportunità Alessandra Nardini e dalla consigliera metropolitana con delega a Pari opportunità e accessibilità universale Michela Monaco, assieme alla direttrice e al coordinatore di Gebu-Dicu, Maria Paola Monaco, docente Unifi e delegata della Rettrice all’inclusione e alla diversità, ed Enrico Marone, docente presso il medesimo ateneo e delegato della Rettrice al bilancio.
Grazie alla partecipazione al bando regionale lanciato nella scorsa primavera, la Città Metropolitana di Firenze ha ottenuto un contributo di circa 1 milione e 150mila euro, e le prime azioni del progetto hanno preso il via in questi giorni.
Oltre all’elaborazione di linee guida per la stesura dei bilanci di genere, saranno analizzati gli attuali BiGe delle amministrazioni comunali già realizzati e il loro impatto sugli equilibri di genere e sarà promossa l’integrazione di questi strumenti con le pratiche di pianificazione e programmazione economico-finanziaria degli enti. Le attività saranno sviluppate con la collaborazione dell’Osservatorio per i bilanci di genere dell’ateneo fiorentino e, come traguardo del terzo anno, includeranno anche un vero e proprio Piano strategico di genere della Città Metropolitana. Previste attività di restituzione, report, eventi di chiusura, campagne di comunicazione.
Gebu Dicu si articolerà anche nelle scuole con attività laboratoriali, anche di tipo ludico, rivolte a bambine e bambini della scuola primaria, incontri con studentesse e studenti delle scuole secondarie superiori di secondo grado, con la partecipazione attiva dei genitori, realizzazione di una guida per insegnanti, formatrici e formatori.
“Il rifinanziamento della legge regionale 16/2009 ‘Cittadinanza di genere’ – ha dichiarato l’assessora regionale Alessandra Nardini – era una impegno che ci eravamo presi in questa legislatura perché crediamo fermamente che combattere e prevenire discriminazioni e disuguaglianze di genere, fino al drammatico fenomeno della violenza contro le donne, in tutte le forme in cui essa si manifesta, sia un preciso dovere delle istituzioni”.
“Se vogliamo farlo concretamente – ha aggiunto – dobbiamo partire dall’educazione, dal rimuovere pregiudizi, destrutturare stereotipi e ruoli di genere. Dobbiamo, dunque, cambiare la cultura del nostro Paese, della nostra società, superando quel rapporto storicamente diseguale tra donne e uomini e sconfiggendo il patriarcato che, al netto di quello che alcuni dicono, esiste ancora, eccome”.
“Ecco perché – ha spiegato l’assessora – siamo partiti nel 2022 con un primo bando, che allora definimmo sperimentale, che andava a rifinanziare la nostra legge regionale con complessivi 800mila euro a livello regionale, ed oggi non solo confermiamo il rifinanziamento ma lo incrementiamo notevolmente e diamo continuità a questi interventi, attraverso un bando triennale finanziato con 5,7 milioni a livello regionale”.
“Come nel 2022, tra le azioni che le Province possono mettere in campo con queste risorse – ha sottolineato Nardini – ci sono i bilanci di genere, uno strumento molto utile per mettersi in discussione e migliorarsi, andando ad analizzare come le scelte amministrative fatte impattino, talvolta appunto diversamente, sulla qualità della vita delle cittadine e dei cittadini e per chiedersi dunque se le scelte adottate siano o meno sufficienti per promuovere una reale e piena parità o come poter fare di più. E poi i progetti di sensibilizzazione nelle scuole di ogni ordine e grado, azione che ho voluto anche in questo bando obbligatoria per accedere al finanziamento, perché sono fermamente convinta che questa sia la sola strada per prevenire, per impedire in futuro che disuguaglianze e discriminazioni continuino a verificarsi”.
“Voglio ringraziare davvero di cuore la consigliera Michela Monaco, la professoressa Maria Paola Monaco ed il professore Enrico Marone – ha concluso l’assessora – per il loro impegno su questi temi. La nostra scelta di destinare queste risorse alle Province consentendo loro di poter tornare ad esercitare appieno una loro competenza, quella sulle pari opportunità, non era scontata, ma siamo convinti che la collaborazione tra le diverse istituzioni sia fondamentale e che le Province meritino di tornare ad essere valorizzate e riconosciute, dopo anni in cui sono state depauperate di risorse, economiche e umane. Con questo bando uniamo le forze, la Regione, insieme alle Province toscane, ai Comuni, alle scuole, ai Centri Antiviolenza, alle associazioni e alle tante realtà che nei vari territori quotidianamente portano avanti questa battaglia di civiltà, per affermare la cultura del rispetto delle differenze, tutte, e la cultura della parità”.
“Dopo la prima esperienza di elaborazione del Bilancio di genere con il coinvolgimento diretto dei Comuni metropolitani – ha spiegato la consigliera Michela Monaco – sono lieta dell’interesse da loro dimostrato anche per questo nuovo progetto: all’incontro dello scorso 24 gennaio hanno partecipato 47 referenti su 41 Comuni. C’è il bisogno di capire come le scelte politiche e operative vadano a impattare e produrre effetti, in modo differente, su donne e uomini”.
Galleria Fotografica di Antonello Serino – Met Ufficio Stampa su:
https://www.flickr.com/photos/serino_antonello/albums/72177720323904774/