L’ONU dichiara il 2022 ”Anno Internazionale del Vetro”, non a caso, perché il vetro è un materiale molto sostenibile, in quanto riutilizzabile e riciclabile all’infinito, con un ruolo chiave a livello tecnologico, scientifico, economico, ambientale, storico e artistico.
Il Museo del Vetro di Empoli rappresenta la tradizione secolare della vetreria in questa zona della Toscana, la Valdelsa; è nato nel 2010 nella città dove la lavorazione di questo materiale si è perpetuata nel rispetto della tradizione fino ai nostri giorni e costituisce un importante tassello nella valorizzazione del territorio e dell’artigianato.
Il fiasco di vetro verde, destinato a contenere il vino prodotto nella zona, è un emblema estremamente popolare che riassume in sé importanti attività, da quella vinicola a quella della paglia, impiegata per rivestire il panciuto contenitore.
La sede del museo, nel Magazzino del Sale, è suggestiva: sono locali storici (se ne ha notizia fino dal 1365, quando il Comune ne deliberò la costruzione) utilizzati per immagazzinare la materia prima che arrivava dalle saline di Volterra fino alla fine dell’Ottocento. Al primo edificio infatti, probabilmente ricavato nella cerchia muraria e poi ampliato nel Quattrocento, si aggiunse dal 1543 un mulino prossimo allo scalo d’Arno che fu adattato a deposito del sale, successivamente condotto su navicelli e distribuito nel territorio circostante.
A Empoli si produsse vetro già dal XV secolo, ma il vero impulso arrivò nel Settecento. Gli oggetti realizzati erano quelli di uso quotidiano, bottiglie, fiaschi, damigiane e oggetti da “bufferia”, la tipica lavorazione toscana del vetro soffiato. Il piano terra del Museo analizza proprio questa produzione e la sua evoluzione tecnica.
Inoltre il vetro verde di Empoli si sposò anche egregiamente con le produzioni artistiche, vivendo un momento di massimo splendore negli anni ’30 del 1900: soprattutto servizi da tavola e oggetti artistici conquistarono il gusto dell’epoca.
Il primo piano del Museo è interessato da questa produzione e presenta anche numerosi strumenti multimediali, oltre che mostre fotografiche che testimoniano la lavorazione e l’impiego di forza lavoro. Intorno all’industria del vetro ruotava infatti tutto un mondo produttivo – si pensi alle “fiascaie”, che impagliavano a mano la struttura in vetro del fiasco con fibra palustre essiccata – che coinvolgeva Empoli e le campagne circostanti.
Oggi il vetro verde viene lavorato insieme a quello colorato giallo o azzurro: tutte queste sfumature sono colorazioni naturali del vetro comune. Di grande rilievo è anche la produzione artistica del vetro, sia lavorato a mano che soffiato, che viene declinato anche in opere di design destinate all’arredamento.
Nella città di Gambassi, a sud di Empoli, la produzione vetraria è documentata a partire dal XIII secolo. I “bicchierai” di Gambassi erano molto conosciuti e richiesti in tutta Italia nel periodo rinascimentale. Numerose campagne di scavo hanno portato alla luce antiche fornaci, mentre una mostra permanente permette di ammirare i prodotti realizzati nel corso dei secoli.