Nell’anno delle celebrazioni dantesche il pensiero va anche ad alcuni artisti stranieri che si occuparono di Dante e dei luoghi danteschi durante o dopo il loro soggiorno fiorentino.
La scrittrice francese Marie de Flavigny, contessa d’Agault, nota con lo pseudonimo di Daniel Stern, visse a Firenze quasi quattro mesi nell’autunno del 1838, quando stava lavorando sul criticismo nell’arte e raccogliendo materiale su Dante, che insieme a Goethe era tra i suoi poeti preferiti. Nel 1866 completò “Dante e Goethe”, dialoghi pubblicati prima in riviste e poi in volume, un’opera dedicata alla figlia Cosima, poi moglie di Wagner.
Il poeta inglese romantico Wordsworth con il suo amico Henry Crabb Robinson passò cinque mesi in Italia nel 1837 ed un periodo fu anche a Firenze, nella Casa Certellini in via della Vigna Nuova 11. Parlava fluentemente italiano e conosceva bene la letteratura italiana, poiché il suo primo anno di università era stato dedicato allo studio dei poeti italiani. Pochi poeti hanno lasciato così tante poesie che riflettono i loro sentimenti su Firenze e i suoi villaggi montani. Visitò Vallombrosa poiché era un ammiratore di Milton che l’aveva descritta in “Paradise Lost”, poema ispirato alla Divina Commedia. A sua volta Milton era stato due mesi a Firenze nel 1638. Della sua visita a Vallombrosa vi è testimonianza nei celebri versi del “Paradiso Perduto”. Nel curioso sonetto “At Florence” Wordsworth si ferma ad osservare una pietra di marmo presso il Duomo, che la tradizione indicava come il “Sasso di Dante”, il suo posto preferito dove di solito si metteva a sedere e dove lui stesso per un momento siede.
Il giurista, traduttore e filosofo tedesco Karl Witte ebbe una passione per Dante fin dall’età di 14 anni e nel 1817 venne a Firenze per continuare questo studio fino al 1821. Nel 1824 pubblicò un libro intitolato “Dante mal compreso” che divenne il nucleo di tutti i suoi ulteriori studi. Nel 1840 rassegnò le dimissioni da professore e da quel momento venne spesso a Firenze per lunghi periodi. Nel 1862 pubblicò la prima vera edizione critica della “Divina Commedia” e per il Giubileo di Dante nel 1865 pubblicò in Germania “La Divina Commedia di Dante Alighieri tradotta”; nel 1876 realizzò un nuovo testo della “Vita Nova”. Il suo entusiasmo per il Poeta fu tale che insieme al Principe Giovanni di Sassonia nel 1865 a Dresda promosse la fondazione della prima associazione dantesca in Germania, la Deutsche Dante-Gesellschaft, la più antica fra tutte le associazioni dantesche internazionali, di cui divenne il primo presidente e tuttora molto attiva, come si vede nella loro pagina FB. In questa associazione lavorò con sforzo costante per il resto della sua vita. Nel 1884, un anno dopo la sua morte, fu pubblicato a Firenze un volume sulla sua vita e i suoi scritti: “Sulla Vita e sugli Scritti di Karl Witte”. Di tutti gli scrittori stranieri che vennero a Firenze per studiare e scrivere su Dante, fu sicuramente uno fra i più devoti al Poeta e alle sue opere.