Il ripensamento delle modalità lavorative imposto dall’emergenza sanitaria è all’origine di una valorizzazione del lavoro da remoto e al tempo stesso di una valutazione dei movimenti dei dipendenti Casa-Lavoro-Casa della Città Metropolitana prima e dopo il lockdown. “Per tutelare la salute dei dipendenti e di coloro che hanno necessità di accedere alla Metrocittà – spiega Dario Nardella – abbiamo svolto un sondaggio tra i quattrocentotredici dipendenti a cui hanno risposto circa 300 di loro. Ebbene dai dati mentre emerge da una parte una sostanziale diminuzione dell’utilizzo di bus e tramvia nello spostamento da casa a lavoro; dall’altra abbiamo registrato un incremento della mobilità ciclabile (+ 39 per cento) e pedonale (+120 per cento. + 9 per cento invece per le auto)”. I dati sono sostanzialmente simili anche nello spostamento per il rientro dal lavoro a casa.
Adesso è “allo studio un’ipotesi di scaglionamento degli ingressi e delle uscite dall’ufficio, nelle giornate corte e lunghe che i dipendenti svolgeranno in sede e non in remoto, una volta adottata la riorganizzazione degli uffici che, come è facile immagine, non è in tutto e per tutto preventivabile a motivo dell’andamento del contagio e della sua riduzione”.
In ogni caso tra quanti hanno risposto al sondaggio (288, tra i quali 138 nel comune di Firenze, e gli altri nel territorio) più della metà dei dipendenti che abitano al di fuori del Comune di Firenze si muovono per raggiungere la sede prima delle 7.30. Nel comune di Firenze, invece, la percentuale più alta di spostamento si ha nella fascia temporale successiva, tra le 7.30 e le 8, successiva a quella indicata dalla maggioranza dei dipendenti che risiedono al di fuori del comune di Firenze.
La diminuzione dell’utilizzo di autobus e tramvia è senz’altro dovuto alla diminuita capienza dei mezzi, ma in generale il trasporto pubblico, soprattutto ferroviario, tiene. Le flessioni registrate esprimono in ogni caso una tendenza verso la mobilità sostenibile. (mb)