L’art. 1 della Legge 29 dicembre 2022 n. 197 (Legge di Bilancio 2023) dispone lo stralcio relativamente ai debiti dei contribuenti di importo residuo, alla data del 1° gennaio 2023, fino a mille euro, comprensivo di capitale, interessi per ritardata iscrizione a ruolo e sanzioni, risultanti dai singoli carichi affidati agli agenti della riscossione dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2015.
Per le sanzioni amministrative e quelle per violazioni del Codice della Strada lo stralcio si limita ai soli interessi e non include le sanzioni che rimangono interamente dovute.
A seguito delle verifiche effettuate direttamente sul portale dell’agente della riscossione dagli uffici competenti, i carichi iscritti a ruolo di importo inferiore a mille euro nel periodo dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2015 risultano complessivamente pari ad euro 10.605.808,86, a fronte dei quali l’importo oggetto di stralcio, per quanto disposto dall’articolo 1, comma 227, legge 29 dicembre 2022, n. 197, si quantifica in euro € 1.598.055,69.
Per il capogruppo del Pd Massimo Fratini il provvedimento voluto dal governo “non stralcia, così come si potrebbe intendere dall’oggetto, le cartelle esattoriali dell’agenzia delle entrate degli anni 2011/2015, ma solo gli interessi contenuti nelle pratiche. In tal modo le cartelle rimarrebbero ancora in essere non portando alcun effetto positivo in termini organizzativi. Il segnale politico che si vuole dare con la cancellazione delle penali e degli interessi è chiaro: chi ha pagato per tempo è un fesso”.
Per Fratini “c’è una palese ingiustizia nel continuare ad avallare provvedimenti che premiano chi non paga e non rispetta le regole. Quale segnale vogliamo dare? Vogliamo premiare e agevolare chi non paga e si muove al di la delle regole oppure dobbiamo fare in modo che la legge sia uguale per tutti e soprattutto per coloro che le regole le rispettano? Il Partito Democratico, Italia Viva, il gruppo Territori Beni Comuni hanno dimostrato con il loro voto di voler tutelare chi vive secondo le regole, mentre il gruppo di opposizione di centro destra (Centrodestra per il cambiamento) ha deciso di stare dalla parte degli evasori e di chi ha deciso di fregarsene delle regole”.
Enrico Carpini, capogruppo di Territori beni comuni, “è ora necessario puntualizzare la capacità operativa dell’ente per il recupero delle somme arretrate”.
Per il capogruppo del Pd Massimo Fratini il provvedimento voluto dal governo “non stralcia, così come si potrebbe intendere dall’oggetto, le cartelle esattoriali dell’agenzia delle entrate degli anni 2011/2015, ma solo gli interessi contenuti nelle pratiche. In tal modo le cartelle rimarrebbero ancora in essere non portando alcun effetto positivo in termini organizzativi. Il segnale politico che si vuole dare con la cancellazione delle penali e degli interessi è chiaro: chi ha pagato per tempo è un fesso”.
Per Fratini “c’è una palese ingiustizia nel continuare ad avallare provvedimenti che premiano chi non paga e non rispetta le regole. Quale segnale vogliamo dare? Vogliamo premiare e agevolare chi non paga e si muove al di la delle regole oppure dobbiamo fare in modo che la legge sia uguale per tutti e soprattutto per coloro che le regole le rispettano? Il Partito Democratico, Italia Viva, il gruppo Territori Beni Comuni hanno dimostrato con il loro voto di voler tutelare chi vive secondo le regole, mentre il gruppo di opposizione di centro destra (Centrodestra per il cambiamento) ha deciso di stare dalla parte degli evasori e di chi ha deciso di fregarsene delle regole”.
Enrico Carpini, capogruppo di Territori beni comuni, “è ora necessario puntualizzare la capacità operativa dell’ente per il recupero delle somme arretrate”.
Claudio Gemelli, per il gruppo Centrodestra per il cambiamento, parla invece di “una scelta di natura esclusivamente politica per andare contro quanto previsto dalla legge di bilancio del Governo. Si tratta dello stralcio di interessi e sanzioni per cartelle risalenti ad un periodo remoto (2000-2015) che di fatto sono difficilmente recuperabili e per di più le somme corrispondenti a questi crediti vengono accantonate nei bilanci e non sono utilizzabili per altro.
Bisogna poi contare che, indipendentemente dalla scelta della Città Metropolitana di aderire o meno allo stralcio, il cittadino può anche scegliere in autonomia la rottamazione delle cartelle non pagando interessi e sanzioni. Di fatto non cambierebbe niente per le finanze dell’Ente”.