La scommessa della Firenze metropolitana è il futuro ed è fondata su solide basi. Sarà ‘Rinascimento Metropolitano’, così come è stato chiamato il Piano Strategico della Città Metropolitana di Firenze – il primo approvato da una Metrocittà in Italia insieme a quelli di Milano e Bologna (a suo tempo elaborati come Province), mercoledì 5 aprile con i voti favorevoli del Consiglio e della Conferenza Metropolitana dei Sindaci. Il Piano segna uno spartiacque decisivo per il progresso e il futuro del territorio. E’ il primo Piano istituzionalmente condiviso in modo paritetico dal Comune capoluogo e dagli altri Comuni, che in una prospettiva di insieme si connette già al Piano per la riqualificazione delle periferie nella Città Metropolitana di Firenze e ai Piani integrati territoriali, non di rado generandoli. 2500 kmq di futuro. Su https://issuu.com/dida-unifi/docs/brochure_psm l‘atlante del Piano Strategico curato dal Comitato scientifico.
Accessibilità universale, opportunità diffuse e ‘Terre del benessere’: questi i tre pilastri di un disegno che proietta il territorio della Città Metropolitana di Firenze verso un cambiamento deciso, entro il 2030, per fare dei Comuni della Città Metropolitana e delle realtà con cui essa dialoga e interagisce, una comunità civica e umana che sa pensarsi insieme e in relazione col mondo in quella che è considerata la “più piccola città globale del mondo”:
un’area di 2500 kmq con poco più di un milione di abitanti, nella quale si concentrano poli culturali e strutture di alta formazione di livello internazionale, imprese del settore manifatturiero e artigianale e produzioni enogastronomiche di eccellenza, inseriti in una cornice paesaggistica unica e inconfondibile, che ha tre punti di forza: la formazione e la cultura; l’arte e l’artigianato di qualità; il paesaggio e la sostenibilità.
Un disegno puntuale, articolato, con progetti concreti e un obiettivo preciso: dare futuro a Firenze e a tutti i Comuni del territorio metropolitano, che dovrà essere attuato entro il 2030, non lasciando nulla da parte, ma ponendo le premesse di una vivibilità che faccia sentire davvero a casa, inverta il trend demografico, coniughi sviluppo economico e tutela dell’ambiente in un’area verde all’85 per cento, con infrastrutture non solo legate alla mobilità e ai trasporti ma anche sociali (per la casa ad esempio e per la riqualificazione delle periferie).
Il Piano è stato illustrato dal Sindaco Dario Nardella questa mattina nella Sala Pistelli di Palazzo Medici Riccardi al Consiglio Metropolitano e alla Conferenza dei Sindaci, per la sua approvazione. Presenti anche Alessio Falorni, Sindaco di Castelfiorentino e consigliere delegato alla Metrocittà per la pianificazione strategica; il Prof. Andrea Simoncini, coordinatore del Comitato scientifico per il Piano Strategico Metropolitano, che ha lavorato a stretto contatto con la Direzione generale dell’ente e l’Ufficio di Piano. Il Piano è stato approvato all’unanimità dal Consiglio e ha avuto parere favorevole dalla Conferenza Metropolitana dei Sindaci (con il solo voto contrario del Sindaco di Sesto Fiorentino Lorenzo Falchi).
L’iter compiuto ha coinvolto non solo i Comuni fiorentini ma ha suscitato l’interesse di Comuni delle province di Arezzo, Siena e Prato, come anche di altri enti locali. Avviato un confronto con la Città Metropolitana, confinante, di Bologna.
Il Piano è uno strumento dinamico. Da qui al 2030 saranno compiuti più aggiornamenti. La Legge 56/2016 (detta Del Rio) prevede, all’articolo 1 comma 44, lettera a), quale funzione fondamentale della Città metropolitana, “l’adozione e l’aggiornamento annuale di un piano strategico triennale del territorio metropolitano, che costituisce atto di indirizzo per l’ente e per l’esercizio delle funzioni dei comuni e delle unioni di comuni compresi nel predetto territorio, anche in relazione all’esercizio di funzioni delegate o assegnate dalle regioni, nel rispetto delle leggi delle regioni nelle materie di loro competenza”.
Approvato il Piano, l’Ufficio di piano continuerà a lavorare sia all’attuazione tattica delle azioni previste, sia alla integrazione e all’aggiornamento dello stesso in base alle istanze e alle necessità che emergeranno lungo la strada attuativa.
Il testo del Piano è stato modificato in un punto relativo al nodo aeroporto. Nel testo originario era scritto che il potenziamento dello scalo “rappresenta una priorità”. Nel nuovo testo – dopo l’approvazione unanime di un emendamento proposto dal capogruppo del Pd Francesca Paolieri – si specifica che il “prioritario potenziamento è oggetto di apposite procedure in corso, ferme restando le legittime competenze di Stato, Regione e Comuni interessati”.
In apertura dei lavori il Sindaco Dario Nardella ha sottolineato il lavoro portato avanti in particolare da Alessio Falorni, consigliere delegato al Piano Strategico, e dal consigliere Emiliano Fossi, che ha seguito tutta la procedura di partecipazione, e ringraziato l’Università degli Studi di Firenze, gli Uffici della Metrocittà che con ‘Avventura urbana’ hanno lavorato al Piano, e, ancora, Camera di Commercio e Fondazione Cassa di Risparmio. Il Piano strategico è uno strumento vivo, non cristallizzato.
“Vi è stata una partecipazione straordinaria – ha commentato Falorni – Registriamo costantemente la forza di un territorio il cui export ci guida nel panorama internazionale. Nelle città metropolitane trovano spazio le filiere più promettenti. Il Piano strategico diventa riferimento per l’azione condivisa con i Comuni, grazie a una meticolosa opera di selezione delle priorità”.
Alla presentazione del Piano è intervenuto anche il Prof. Andrea Simoncini, costituzionalista, ordinario nell’Università degli Studi di Firenze e coordinatore del Comitato Scientifico del Piano. Simoncini ha notato come la Metrocittà, in un momento in cui la politica guarda al 2018, punti invece al 2030, assumendo una prospettiva lunga per un territorio in cui vi è la densità di beni culturali maggiore al mondo. Determinanti sono natura (più dell’80% di territorio verde), cultura, economia. Un indicatore fortissimo indica una sfida demografica che il Piano recepisce: qui vi sono due anziani per ogni giovane. La Città Metropolitana di Firenze ha un alto numero di immigrati. Un gruppo eccezionale di oltre 50 ricercatori ha lavorato allo studio che è alla base della visione strategica. Prima questione l’identità: non è la vecchia Provincia, ma una struttura di ‘facilitazione’ per i sindaci. Seconda questione da avere presente è l’intermodalità, una rete di trasporto e mobilità che risponda a una domanda di coesione fortissima. Si tratta anche di sdrammatizzare il tema dei confini, a favore piuttosto di relazioni.
A questo riguardo il Sindaco di Barberino di Mugello Giampiero Mongatti ha sottolineato la collaborazione con Bologna sempre più vicina per il tramite del Mugello.
Matteo Palanti, consigliere di ‘Articolo 1 – Mdp’ ha spiegato per parte sua che “il Piano ci convince per il metodo e le scelte. La mobilità fondamentale. Bene che si preveda il tavolo sull’immigrazione”.
Per Marco Semplici (Gruppo Misto) vi è una “positiva aspirazione di lungo periodo. L’Arno è un po’ assente, deve essere più centrale. Va la governata sharing economy per far ritrovare dignità alle famiglie. Va prevista anche un’area per l’aggregazione extrascolastica. Comunque voto positivo sul Piano, che dobbiamo avere l’impegno di migliorare”.
Il Sindaco di Sesto Fiorentino Lorenzo Falchi ha espresso parere contrario sul Piano. “Le mie perplessità – ha detto – derivano dalle scelte politiche strategiche nel Piano. Alcune visioni, a mio avviso, non sono corrette. Prendo atto che il Piano è un work in progress, ma tre punti hanno sollevato le nostre perplessità e contrarietà: la poca attenzione all’industria e all’attività manifatturiera come anche all’innovazione tecnologica, e al circuito tra università, ricerca, aziende; manca il coordinamento delle attività di politiche sociali; infine, circa lo sviluppo infrastrutturale, il Piano guarda all’aeroporto come un asse portante, ma da un punto di vista ambientale ed economico, non pensiamo che sia ciò di cui ha bisogno del territorio. Le risorse accantonate per l’aeroporto sarebbero più utili per interventi di mobilità e intermodalità. L’aeroporto non è nella nostra visione un punto centrale”.
Il consigliere delegato alla Viabilità Massimiliano Pescini, Sindaco di San Casciano, si è detto soddisfatto per l’importanza data ai punti di viabilità e mobilità. La priorità data alle infrastruttura è il segno della ricezione di una domanda importante e di una risposta convincente.
Per Alessio Biagioli, consigliere di ‘Articolo 1 Mdp’ e Sindaco di Calenzano, “questo Piano è una buona partenza. Da questo lavoro possiamo trarre molti spunti interessanti. Ci vuole una cabina di regia che sviluppi per schede i punti di attuare. Faccio alcune esempi. Quando si parla di sviluppo territoriale e prendiamo il car sharing, questo rimane a Firenze e nei Comuni più vicini o anche all’intera area urbanizzata? Siamo partiti bene, ora dobbiamo mettere in campo un programmazione condivisa”.
Sandro Fallani, consigliere delegato allo Sviluppo economico e Sindaco di Scandicci, registra nel Piano “un salto in avanti nella visione economica. Non si aumenta, peralto, la quantità delle superfici produttive, ma si punta al riutilizzo degli spazi”.
Francesca Paolieri ha proposto un emendamento sull’aeroporto, nella parte del Piano relativa ai nodi intermodali. “Ne abbiamo discusso – ha spigato – nell’ambito della nuova maggioranza che si è creata”.