La maggioranza delle città europee è stata coinvolta poco o nulla nei piani di Resilienza e ricovero del proprio paese. Firenze invece si è presentata alla sfida del Pnrr con progetti condivisi riuscendo così ad attivare risorse e a presentare un modello che adesso potrebbe essere esportato altrove, anche all’estero. Lo ha detto il sindaco Dario Nardella, intervenendo a Marsiglia al summit europeo delle regioni e delle città (European Summit of regions and cities). Il sindaco è presente nella città francese anche come presidente di Eurocities, il principale network che raccoglie le città europee di medie e larghe dimensioni, e come nuovo membro del Cor, il Comitato europeo delle Regioni, e del gruppo del Partito socialista europeo nel Comitato stesso.
“Le città – ha sottolineato il Sindaco nel suo intervento – hanno pagato il prezzo maggiore durante la pandemia eppure, secondo un sondaggio elaborato da Eurocities nell’autunno scorso, 6 città su 10 non sono state coinvolte a sufficienza nel percorso dei Piani di ricovero successivi alla pandemia. L’Italia è stata una positiva eccezione. Le città, attraverso l’Anci, sono state fin da subito coinvolte e hanno condiviso un coordinamento col Governo centrale responsabile di molti progetti”.
“A Firenze – ha continuato – abbiamo sottoposto al Governo 150 progetti per un totale di tre miliardi di euro e molti di questi sono già stati finanziati per oltre 800 milioni di euro, soprattutto per quel che riguarda la transizione ecologica e digitale. Dal punto di vista della sostenibilità, abbiamo pianificato per esempio di piantare fino a un milione di alberi nell’intera area metropolitana e di completare il sistema tranviario per un investimento finale di 1,8 miliardi di euro. Sulla digitalizzazione stiamo pianificando investimenti per prevedere servizi pubblici locali digitali al 100%”.
“Le città – ha concluso – sono la chiavi per proteggere i valori dell’Unione Europea e per sostenerne gli obiettivi. Come dimostrato durante la crisi pandemica e ora con la nuova grave emergenza in Ucraina, le città sono capaci di reagire velocemente per aiutare la popolazione più vulnerabile. Adesso, con migliaia e migliaia di profughi ucraini che premono alle frontiere, i sindaci sono già in prima linea sul fronte della solidarietà e dell’accoglienza. Noi siamo pronti”.