L’ambiente protagonista anche nella Casa Circondariale Maschile “Mario Gozzini” di Firenze, l’istituto adiacente al più ampio Complesso Penitenziario di Sollicciano. Presentato oggi alla stampa il progetto che ha visto coinvolte le oltre 150 persone, tra detenuti e personale, presenti nell’Istituto, una realtà apparentemente chiusa al mondo esterno ma estremamente sensibile alle tematiche ambientali. Il progetto è stato realizzato in collaborazione con la struttura penitenziaria, Alia Servizi Ambientali SpA, Publiacqua, l’Amministrazione comunale e la Città metropolitana. Il lavoro, illustrato giovedì 31 ottobre, rappresenta la prosecuzione di un percorso intrapreso a seguito di accordi tra l’allora Provincia di Firenze e la Casa Circondariale Gozzini nel 2004, con l’operatività del Laboratorio Didattico Ambientale ora della Città Metropolitana di Firenze.
La Casa Circondariale, nata con l’intento di rendere l’evento detentivo un’occasione per riflettere e riprogettare la propria esistenza attraverso proposte trattamentali ampie, ha richiesto una riorganizzazione del sistema di gestione dei rifiuti, la sensibilizzazione degli “utenti”, introducendo buone pratiche e attivando sistemi di riduzione della produzione di rifiuti.
Alia Servizi Ambientali SpA, per gestire al meglio i rifiuti prodotti in questa “città-microcosmo”, ha valutato le necessità esistenti, ascoltando e coinvolgendo le 150 persone in 10 incontri formativi, svoltisi nei mesi di settembre ed ottobre. La riorganizzazione della raccolta differenziata, progettata per la “Città Gozzini”, ha lo scopo di incentivare la corretta separazione dei rifiuti ed il riciclaggio di materiale. È stato previsto il posizionamento di oltre 250 contenitori all’interno della struttura (cucina, lavanderia, biblioteca, refettori, laboratori vari, aula magna, stanza ricreativa, reparti, mensa del personale, etc..). Questi punti di raccolta prevedono postazioni complete, composte dai contenitori per: carta e cartone; imballaggi in plastica, metallo, tetrapak e polistirolo; organico e residuo non differenziabile.
In esterno sono state riviste le 2 postazioni esistenti, collocate a Nord e Sud della struttura nell’anello interno, composte adesso da 8 e 6 contenitori. Inoltre, è stato richiesto di incrementare la raccolta delle pile esauste, già presente, e sono in fase di attivazione anche raccolte.
In questo contesto di sensibilizzazione e trasformazione si è inserito anche l’intervento di Publiacqua, che torna a distribuire borracce ai detenuti, caraffe per i refettori ed a programmare un’attività didattica dedicata all’acqua del rubinetto. Inoltre, il gestore del servizio idrico si è reso disponibile a rinnovare, dopo quanto fatto negli anni scorsi, il controllo della qualità dell’acqua interna ai rubinetti interni i reparti.
«Questo progetto è un primo importante passo verso un cambiamento di approccio culturale al carcere. Attraverso l’ambiente lavoriamo per ridurre la marginalità a 360° – ha commentato la Direttrice della Casa Circondariale, Antonella Tuoni-. Credo molto nel mantenere il ruolo della cittadinanza attiva, fondamentale in un paese democratico. Così come recita l’art. 3 comma I° della Costituzione noi abbiamo anche il compito di rimuovere gli ostacoli che hanno impedito alla persona di operare in maniera chiara e corretta nella società. In quest’ottica si inseriscono i percorsi partecipativi come questo, reso possibile grazie al coinvolgimento collettivo nella realizzazione delle buone pratiche. In questo senso facciamo tesoro dei suggerimenti di tutti i detenuti, compresi quelli arrivati oggi di stoviglie lavabili e riutilizzabili e di fontanelli pubblici».
«Non è facile entrare in un contesto come questo, con regole restrittive ed intervenire con un cambio di mentalità. Grazie al lavoro di squadra di tutti gli attori coinvolti è stato possibile creare strutture rispondenti alle necessità della Casa Circondariale, inserendo oltre 250 contenitori per le raccolte principali ma anche per quelle particolari, come i piccoli RAEE, le pile e gli oli esausti di origine alimentare – così Alessia Scappini, AD di Alia Servizi Ambientali SpA-. Abbiamo progettato un sistema a 360°, che monitoreremo costantemente, parlando di rifiuti e di ambiente, di corretto conferimento e riciclaggio di materia. Con questo progetto semiamo cultura per la tutela dell’ambiente, un passo importante per tutti».
«Riprendiamo il progetto con la Gozzini a distanza di qualche anno e, come allora, distribuiremo borracce per ogni singolo detenuto e caraffe per le mense. Ci metteremo inoltre a disposizione dell’amministrazione per verificare la qualità dell’acqua erogata all’impianto interno della struttura e, con la stessa amministrazione stiamo valutando la possibilità di installare due erogatori a disposizione di detenuti e personale del carcere – ha commentato Lorenzo Perra, Presidente di Publiacqua-. E’ un progetto per noi molto importante. La Gozzini lavora tutti i giorni per restituire alla società cittadini migliori e più consapevoli, nel nostro piccolo, anche noi cerchiamo di fare la nostra parte».
«Sosteniamo con convinzione questo progetto che da un lato promuove anche in questo luogo buone pratiche ambientali, dall’altro, coinvolgendo i detenuti in prima persona nella filiera del riciclo e nella raccolta differenziata, fornisce loro ulteriore opportunità di formazione, utile al reinserimento sociale – dice Cecilia Del Re, assessore Ambiente Comune di Firenze -. La rivoluzione ‘green’ che come Amministrazione vogliamo portare avanti passa anche da iniziative come queste».