Il Sindaco Dario Nardella sul termovalorizzatore: “La Sentenza del Consiglio di Stato non cambia la situazione attuale della Toscana in materia di rifiuti.
Rimane quello che abbiamo sempre detto: di fronte al rischio ormai ravvicinato che tutta la Toscana centrale con un milione e mezzo di abitanti entri in ‘emergenza rifiuti’, e alla luce delle regole europee sulla gestione del ciclo dei rifiuti, urge un’azione concreta e immediata da parte della Regione, unico soggetto competente a pianificare e autorizzare qualunque impianto.
Pertanto, anche dopo questa sentenza che finalmente chiarisce il quadro una volta per tutte confermando che non ci sono criticità ambientali e sanitarie relative alla realizzazione del Termovalorizzatore, ogni decisione a riguardo sull’impianto resta di esclusiva competenza della Giunta e del Consiglio Regionale.
Per quanto riguarda Firenze diciamo nuovamente che le condizioni irrinunciabili sono: 1) la salute dei cittadini; 2) il progressivo superamento delle discariche come richiesto dall’Unione Europa; 3) la sostenibilità dei costi di ogni nuova pianificazione, che non devono gravare su cittadini e imprese; 4) la concretezza e rapidità di soluzioni intermedie per evitare una emergenza rifiuti nell’Ato Toscana Centrale”.
Francesca Paolieri. “Mi sembra che troppi cantino vittoria sul termovalorizzatore dimenticando che quella vera sarebbe essere autosufficienti come territorio nello smaltimento dei rifiuti. Altrimenti c’è poco da festeggiare e si brinda a una sconfitta corale. Peraltro – osserva Francesca Paolieri, capogruppo del Pd nel Consiglio della Città Metropolitana di Firenze – la sentenza del Consiglio di Stato non dice di non fare il termovalorizzatore, oggetto di un lungo percorso che si è concluso in modo affermativo, ma di rispettare le condizioni previste per porterlo realizzare.
In sintesi: si può fare il termovalorizzatore se viene prima realizzato il bosco. Circa le valutazioni di impatto sanitario e ambientale esse sono riconosciute come non ostative. Il progetto ‘Boschi della Piana’, per il quale l’ex Provincia di Firenze ha stanziato 1 milione e 274 mila euro, in modo da consentire al Comune di Sesto di espropriare le aree interessate, puntava a questo scopo ed è stato tranquillamente sposato, a suo tempo, dalla giunta comunale di Sesto Fiorentino, nel cui Consiglio sedeva, tra le file della maggioranza, l’attuale Sindaco.
Mentre si prende atto che l’attuale Sindaco di Sesto ha cambiato idea dopo aver votato a favore delle procedure di esproprio per consentire l’avanzamento nel progetto del bosco (era consigliere comunale tanto nella legislatura avviata nel 2004 e poi in quella con inizio nel 2009) resta da capire che fine hanno fatto e a quale scopo sono stati usati il milione e 274 mila euro stanziato dalla ex Provincia di Firenze, perché i casi sono due: o si è lavorato al progetto ‘Boschi della Piana’ per realizzare il termovalorizzatore o, se non li si è fatto o si vuole fare altrimenti, bisogna restituire la cifra alla Città Metropolitana, subentrata all’ex Provincia, per finalizzare le risorse ad altri progetti nella Piana”.
La Città Metropolitana. Termovalorizzatore, la Città Metropolitana specifica quanto segue. Il Consiglio di Stato ha confermato l’annullamento dell’Autorizzazione unica ambientale rilasciata dalla Città Metropolitana di Firenze limitatamente al solo aspetto della mancata espressa previsione, nell’autorizzazione, della prescrizione relativa alla realizzazione dell’opera di mitigazione ambientale denominata ‘Boschi della Piana’ prima della messa in esercizio del termovalorizzatore.
La sentenza in esame ha invece fatto salvo il procedimento per tutti gli ulteriori aspetti oggetto di impugnazione da parte della associazioni ambientaliste e degli altri Comuni intervenuti, in sostanza sancendo la sussistenza dei presupposti e la legittimità di tutti gli atti che hanno previsto la realizzazione del termovalorizzatore e la relativa localizzazione.
Ciò posto, anche a salvaguardia della complessa attività correttamente posta in essere fino ad oggi, la riscontrata unica carenza che il Consiglio di Stato ha rilevato può essere emendata mediante riapertura del procedimento amministrativo ai fini del solo inserimento nell’atto finale dell’espressa prescrizione della realizzazione dei ‘Boschi della Piana’ anteriormente alla messa in esercizio dell’impianto, la cui rivalutazione alla luce della nuova evenienza determinata dal progetto aeroportuale è stata peraltro effettuata nell’ambito del procedimento autorizzatorio di quest’ultimo.
L’ente competente alla riapertura del procedimento autorizzatorio è oggi la Regione Toscana.